“L’audizione dello scorso 27 febbraio, in commissione Ambiente, sull’impianto ex F.lli Acquaviva di Andria, conferma quanto da me contestato già da alcune settimane: la delibera in cui sono previsti impianti pubblici per il trattamento dei rifiuti è stata fatta non solo senza condividerla con i territori, ma anche ignorando completamente i dati oggettivi dello stato dei luoghi e della raccolta differenziata. E’ emerso, dunque, un altro grave errore ed è ormai chiaro che questo modo di atteggiarsi in un settore così delicato è assurdo e ha un unico responsabile, il dg dell’Ager Gianfranco Grandaliano, che sta dimostrando nei fatti l’incapacità di programmare e pianificare tutto il ciclo dei rifiuti nella nostra regione e va bloccato subito”. Lo afferma il consigliere regionale Pd, Ruggiero Mennea, all’esito dell’audizione avvenuta oggi in quinta commissione, durante la quale è stato chiesto all’assessore Gianni Stea di rivedere la delibera di giunta e stralciare, da questa, l’utilizzo delle volumetrie residue della discarica di Andria e di dichiarare l’inutilità dell’impianto di biostabilizzazione.
“Alla luce di tutto questo – prosegue Mennea – è necessario, per non mortificare ulteriormente le nostre comunità, far cessare al più presto questo modo improvvisato e con poteri sproporzionati di gestire un’agenzia regionale per i rifiuti, che è responsabile del futuro della salubrità dell’ambiente nella nostra regione. Visto che il mio appello alle dimissioni del direttore generale dell’Ager è rimasto inascoltato, agirò secondo le prerogative consentite dalla legge e quindi farò in modo che non accada più quanto verificatosi con il nuovo piano degli impianti sui rifiuti, nell’esclusivo interesse dei cittadini. Anzi, sarebbe opportuno – rimarca – fare in modo che a determinare le decisioni in questa materia, siano i sindaci che sono i responsabili principali delle comunità, anche perché la questione discariche e impianti sui rifiuti riguarda non solo l’ambiente, ma anche le tasche dei cittadini per via della tassazione in materia”.
“Oltretutto, il fatto che un consigliere regionale – dichiara Mennea – possa far cambiare una delibera è la dimostrazione che la stessa sia stata fatta male. E se un consigliere ha questo potere, lo stesso potere deve essere riconosciuto a tutti i consiglieri regionali, soprattutto di maggioranza, che dicono – e io sono uno di quelli – che quella delibera è sbagliata per tutta la Regione, non solo per Andria”.
“Peraltro – conclude Mennea – il fatto che, al momento della chiusura della discarica di Andria non fossero disponibili i fondi per la post gestione, mi fa sorgere due domande: qualcuno è in grado di spiegare perché non sono state chieste tempestivamente le garanzie al privato gestore del sito? E chi si è, colpevolmente, distratto?”.