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Xylella, la Corte di giustizia UE condanna l’Italia per ritardi, C-entra il futuro: “Chi ci chiederà scusa?

“E ora ci sarà qualcuno disposto a chiederci scusa per critiche e offese ricevute mentre gli ulivi seccavano? La Corte di giustizia europea ha affermato un principio ovvio per tutti, tranne che per qualche parte della politica e della burocrazia italiana ponzio-pilatesca. Rimuovere “immediatamente” gli alberi infetti non significava la produzione di carte per obbligare i proprietari all’adempimento, come maldestramente sostenuto negli atti di difesa, ma estirpare materialmente le piante infette, a prescindere dai Tar, dalla Procura della Repubblica e dalle piazze rumorose sobillate da qualche decina di creduloni o politici a caccia dei loro voti”.

Lo dichiarano i Consiglieri regionali Fabiano Amati, Sergio Blasi, Napoleone Cera, Gianni Liviano, Donato Pentassuglia e Ruggiero Mennea, commentando la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea (ECLI:EU:C:2019:676), depositata dalla V Sezione il 5 settembre 2019, pronunciata tra la Commissione europea e la Repubblica italiana sugli obblighi di rimozione delle piante infetta dal batterio Xylella fastidiosa.

“La sentenza della Corte di giustizia – spiegano i sei Consiglieri – non ha dunque ritenuto plausibile la causa di giustificazione dei procedimenti giudiziari di sequestro delle piante o i provvedimenti di giustizia amministrativa di sospensione degli atti di rimozione, perché uno Stato membro non può invocare situazioni del proprio ordinamento interno per giustificare l’inosservanza degli obblighi e dei termini risultanti dal diritto dell’Unione, perché l’Italia avrebbe ben potuto adottare misure normative nazionali di emergenza dirette a superare tutti gli ostacoli amministrativi e giuridici. Inoltre, la Corte di giustizia ha accettato un ulteriore inadempimento da parte dell’Italia per aver omesso di garantire, nella zona di contenimento, il monitoraggio della presenza di Xylella fastidiosa mediante ispezioni annuali effettuate al momento opportuno durante l’anno”.
“Insomma, tutte questioni su cui da qualche anno combattiamo, spesso inascoltati, nonostante la tragedia della Xylella abbia già fatto fuori tutto il paesaggio ulivetato della provincia di Lecce, parte di quello della provincia di Brindisi e Taranto, e si accinga ad aggredire – a causa delle stesse inerzie riscontrate all’inizio dell’epidemia – quello della Piana degli ulivi monumentali. E mentre tutto ciò accade – concludono –, siamo anche costretti a osservare nuove iniziative di propaganda messe in atto dal carrozzone della disinformazione in aree non ancora colpite, forse per assicurarsi per tempo il merito di nuove e progressive distruzioni di paesaggio e produttività, a cui qualche personalità politica continua a prestare inopportuna attenzione”.

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