“Anche Roberto Bassi, Professore Ordinario di Fisiologia Vegetale all’Università di Verona, ha condiviso il parere resoci dai tre esperti del gruppo SETA – Enrico Bucci, Donatello Sandroni e Roberto Defez – dopo il deposito della relazione finale all’accordo del 17 gennaio 2017 tra Regione Puglia, Crea, Università di Bologna e del Salento (c.d. Progetto Scortichini). Secondo questo autorevole specialista in Scienza delle Piante il metodo di campionamento utilizzato dalla Cura Scortichini deve essere stato piuttosto approssimativo e ha utilizzato un campione insufficiente”.
Lo comunicano i Consiglieri regionali Fabiano Amati, Sergio Blasi, Napoleone Cera, Gianni Liviano, Ruggiero Mennea e Donato Pentassuglia, che proprio la scorsa settimana hanno messo a disposizione della comunità scientifica e dei cittadini la relazione contenente le deduzioni di Enrico Bucci – Professore Aggiunto in Biologia dei Sistemi Complessi – Temple University (USA); Donatello Sandroni – Dottore di ricerca in Ecotossicologia; Roberto Defez – Primo Ricercatore Istituto di Bioscienze e Biorisorse – C.N.R, avallate adesso anche da Roberto Bassi, Professore Ordinario all’Università di Verona, esperto di bioenergetica delle piante e delle alghe unicellulari e in particolare di fotosintesi e bioenergia, argomenti su cui ha pubblicato 260 articoli. Il suo H-factor è di 80; Bassi è anche Membro dell’Accademia dei Licei e dell’Accademia europea.
“A giudizio del Prof. Bassi – riportano i sei Consiglieri –, il metodo di campionamento deve essere stato piuttosto approssimativo e questo può giustificare la variabilità tra un campionamento e l’altro nella lettura dei valori di DNA per albero. Lo stesso ha aggiunto che appare sorprendente che qualcuno si sia imbarcato in una ricerca di questa urgenza e importanza mediatica usando un campione così insufficiente, così che anche una sola perdita avrebbe messo in crisi tutto, a prescindere dai risultati”.
“Dopo il deposito della relazione finale, che fa riferimento a un articolo (A zinc, copper and citric acid biocomplex shows promise for control of Xylella fastidiosa subsp. pauca in olive trees in Apulia region – southern Italy) pubblicato sulla rivista «Phytopathologia Mediterranea», Bucci, Sandroni e Defez avevano confermato che non esiste la prova scientifica diretta che il Dentamet sia in grado di diminuire la carica batterica di olivi infetti da Xylella fastidiosa e che, anzi sia inefficace o paradossalmente peggiorativo. Dunque, una riprova delle primissime impressioni, sia sul campione sottoposto al protocollo (effetto del batterio misurato solo in 2 ulivi trattati e 2 di controllo), che sulla mancanza di evidenze sufficienti a sostenere conclusioni sull’utilità antibatterica utile del composto testato (Dentamet)”.
“Ringraziamo il Prof. Bassi per averci fatto pervenire il suo autorevole apporto: continueremo a far valere sempre le ragioni e le spiegazioni della Scienza e qualunque altro contributo scientifico sarà sempre a noi gradito e reso pubblico – concludono”.
Qui la relazione degli esperti:
https://www.centrailfuturo.it/wp-content/uploads/2019/09/Relazione-Scortichini_settembre2019.pdf