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Xylella e ricerca Scortichini, C-Entra il futuro: “Depositata la relazione finale“

“C’è voluta la giusta sollecitazione dell’Osservatorio fitosanitario regionale e finalmente è stata depositata la relazione finale del progetto di ricerca ‘Scortichini’. Il risultato è che non vi è alcuna evidenza per sostenere l’attività antibatterica utile del composto usato (Dentamet). L’unica evidenza a tutti palese è che il campo su cui è stata effettuata la sperimentazione è allo stato abbandonato e distrutto e che, a 100 metri da quel campo, un altro olivicoltore ha deciso di impiantare la Favolosa (Fs17)”. Lo comunicano i consiglieri regionali Fabiano Amati, Sergio Blasi, Napoleone Cera, Gianni Liviano, Ruggiero Mennea e Donato Pentassuglia, commentando il deposito – avvenuto il 10 settembre 2019 – della relazione finale all’accordo del 17 gennaio 2017 tra Regione Puglia, Crea, Università di Bologna e del Salento (c.d. Progetto Scortichini).

“La relazione depositata – proseguono – non aggiunge nuovi elementi rispetto a quanto già noto circa l’efficacia del composto utilizzato nel progetto di ricerca, il Dentamet, e fa riferimento a un articolo scientifico (A zinc, copper and citric acid biocomplex shows promise for control of Xylella fastidiosa subsp. pauca in olive trees in Apulia region – southern Italy), pubblicato sulla rivista «Phytopathologia Mediterranea». Tale articolo – spiegano i sei Consiglieri – è stato oggetto di critica approfondita, soprattutto a causa di varie discrepanze metodologiche e del fatto che l’effetto sul batterio sia stato misurato solo in 2 ulivi trattati e 2 di controllo, ed è stato preso anche in considerazione nell’ultima revisione EFSA (maggio 2019): le conclusioni sono che non vi è evidenza sufficiente di attività antibatterica utile del composto testato”.

“La relazione depositata contiene, inoltre, anche qualche sintetico passaggio in cui si espongono considerazioni circa la metabolomica degli alberi infetti, il contenuto di micronutrienti dei suoli salentini e la procedura di monitoraggio regionale. Quattro dei cinque articoli scientifici allegati alla relazione si occupano di questi aspetti, che non offrono particolari indicazioni specifiche circa l’efficacia del trattamento testato. Dal punto di vista dell’efficacia del composto, vale la pena ricordare come il campo sperimentale oggetto dell’unica pubblicazione che misurerebbe l’eventuale efficacia del composto utilizzato, è risultato precocemente abbandonato. All’epoca si disse per decisione del proprietario di mutare il tipo di coltivazione. Tale circostanza è difficilmente comprensibile alla luce di una presunta efficacia del trattamento. Inoltre, un campo posto nelle vicinanze del campo sperimentale (circa 100 metri) risulta espiantato e piantumato con la varietà resistente c.d. Favolosa (FS17); anche in questo caso – concludono – sembra difficile comprendere come mai il proprietario del fondo vicino abbia assunto simile decisione al cospetto delle mirabilie osservate nel campo vicino”.

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