Dopo l’inserimento nel Polo museale, il consigliere Ruggiero Mennea traccia la strada su cui lavorare
«Una nuova economia partendo dai beni culturali. E’ la rivoluzione progettata dal ministro Franceschini con i Poli museali regionali. Il progetto pilota è stato proprio quello della Puglia, nel quale ora è incluso anche il sito di Canne della Battaglia. Franceschini ha mantenuto l’impegno assunto ad ottobre con Barletta e la Puglia, durante il convegno all’Hotel delle Nazioni di Bari». Lo afferma Ruggiero Mennea, consigliere regionale del Pd, che per Canne è riuscito a proporre e far approvare una legge unica e storica per la tutela e la valorizzazione. Secondo l’esponente del Pd pugliese l’inclusione del sito archeologico nel Polo museale pugliese rappresenta un nuovo inizio per questo importante bene culturale, dopo il “declassamento” voluto negli anni scorsi proprio dal ministero.
A chiarire l’importanza della riforma che ha portato in Italia alla nascita dei Poli museali – che si colloca a sua volta al’interno del processo di riorganizzazione del Mibact definito nel dpcm del 29 agosto 2014 – è stato Giuliano Volpe, ex rettore dell’Università di Foggia, in un suo intervento pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno il 22 agosto 2015. In particolare, Volpe spiegava che «il Polo ha come obiettivo la creazione di un sistema regionale, inclusivo delle altre categorie di musei ex provinciali, civici, diocesani e anche privati, se possibile. In Puglia (insieme a poche altre regioni, come l’Umbria) siamo molto avanti in questo senso, tanto che la Regione ha da tempo sottoscritto un accordo con il Mibact – ricordava – non solo per la valorizzazione dell’intero patrimonio culturale regionale ma anche per la creazione di un sistema museale pugliese».
«Ma per Canne il discorso – prosegue Mennea – va ben oltre quello del semplice museo, dal momento che Canne è di per sé un museo all’aperto. Anzi, un ecomuseo secondo quanto stabilito dalla legge regionale del 2011. Canne della Battaglia è immersa nel cuore del nostro territorio e della nostra storia più antica, che vive a due passi dal fiume Ofanto e da Ariascianne. Il polo museale ci aggancia alla grande rete dei flussi turistici internazionali. Ma per creare ricchezza – avverte – occorre strutturare l’intero territorio della provincia di Barletta – Andria Trani e della regione con servizi di qualità elevata e operatori professionalmente preparati. In questo contesto la legge regionale su Canne rappresenta un’ulteriore possibilità per accelerare i processi di sviluppo turistico-economico. La vera sfida – conclude – è fare della cultura un’occasione di sviluppo, che coinvolga e responsabilizzi tutti gli amministratori del territorio».
Bari, 21 gennaio 2016