Bisogna restituire la giusta dignità ad un centro di ricerca che è un’assoluta eccellenza del nostro territorio ed invece, vittima di numerose vicissitudini in passato causate da pasticci istituzionali e dalla mancata volontà politica di chi governava le province di Bari e Bat, rischia nuovamente di chiudere. I progetti regionali che attualmente sono in essere e per i quali mi impegnai in prima persona avranno conclusione il 30 giugno del 2015 e il percorso di rilancio del Crb rischia così di essere bruscamente troncato. Tutto questo è inaccettabile. Sarebbe assurdo dismettere un centro nonostante le attività di ricerca che si stanno sviluppando siano tuttora importanti per il territorio, come lo studio di nuove tecniche di pretrattamento, a basso impatto ambientale, per ridurre il tempo di ‘cold treatment o quarantena’ e poter inviare uva nei Paesi in cui l’Italia non può esportare uva da tavola per il rischio mosca mediterranea. Il lavoro di ricerca e sperimentazione, portato avanti da persone qualificate ed innamorate del lavoro, durante gli anni della sua attività ha sempre prodotto ottimi risultati”.
Di concerto con Michele Emiliano, che su questo fronte mi ha assicurato ampia disponibilità, mi batterò affinché la ricerca non venga ancora una volta denigrata e svilita come avvenuto negli anni passati a causa della miopia di amministratori poco lungimiranti. È doveroso tutelare una struttura di raccolta e ricerca agroalimentare riconosciuta in campo internazionale, fiore all’occhiello del territorio. Ci impegneremo con tutte le nostre forze, come del resto ho sempre fatto da quando questa vicenda ha avuto inizio, affinché nuovi progetti consentano ai ricercatori di conservare il proprio posto di lavoro e di operare in estrema tranquillità, con la consapevolezza che c’è tanto da fare assieme per far ripartire il meccanismo virtuoso che veda il coinvolgimento vero del territorio, dei produttori e delle istituzioni.