Agitare il trito e ritrito spettro del gender, ricorrere al terrorismo psicologico di chiara matrice oscurantista e retrograda pur di confondere le acque e spaventare la gente, non è corretto né servirà a fermare un processo di civiltà, promuovendo politiche che favoriscano il rispetto dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere. E’ il mio intervento sull’adesione della Regione Puglia alla rete Re.A.Dy (Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni AntiDiscriminazioni).
Solo avendo cittadini più informati si può combattere il pregiudizio, eliminare la ghettizzazione, l’emarginazione, la discriminazione, favorire il rispetto e non la ‘tolleranza’. E lo scopo di Re.A.Dy è proprio questo: informare affinché non si vedano fantasmi laddove non esistono. Di questo parliamo. Della tutela di diritti, di uguaglianza. Non di promozione omosessuale o di, addirittura, ‘campo di rieducazione’ da favorire in Puglia. È davvero difficile pensare che se si attribuisce un diritto a un gruppo di persone non lo si toglie ad altri?.