Non arriverà al Sud, né tanto meno a Barletta, città natale di Mister 19’72’’ il Frecciarossa a lui dedicato.
E’ oggettivamente un problema di infrastrutture relativo alla linea ferroviaria per l’alta velocità perché quel treno, per come è stato strutturato, non può correre sulla rete ferroviaria così come oggi è nel Mezzogiorno d’Italia .
Basta dunque con le polemiche sterili di queste ore, se davvero si vuol fare cosa utile per la Puglia, per il Mezzogiorno e per l’intero Paese occorre accelerare, il più possibile, il raddoppio della dorsale adriatica.
Ancora una volta, il Mezzogiorno viene penalizzato senza che, chi ne aveva facoltà e potere, avesse mosso un dito, ora non è il caso di piangere sul latte versato, ma di rivendicare i nostri diritti.
L’Etr 1000 resti dedicato a Pietro Mennea.
E’ oggettivamente un problema di infrastrutture relativo alla linea ferroviaria per l’alta velocità perché quel treno, per come è stato strutturato, non può correre sulla rete ferroviaria così come oggi è nel Mezzogiorno d’Italia .
Basta dunque con le polemiche sterili di queste ore, se davvero si vuol fare cosa utile per la Puglia, per il Mezzogiorno e per l’intero Paese occorre accelerare, il più possibile, il raddoppio della dorsale adriatica.
Ancora una volta, il Mezzogiorno viene penalizzato senza che, chi ne aveva facoltà e potere, avesse mosso un dito, ora non è il caso di piangere sul latte versato, ma di rivendicare i nostri diritti.
L’Etr 1000 resti dedicato a Pietro Mennea.
È giusto così, un treno d’eccellenza motivo d’orgoglio italiano, un modello di tecnologia e avanguardia su rotaie capace di raggiungere i 360 km/h, emblema quindi anche di velocità, è giusto porti il nome di chi della velocità è stato orgogliosamente ambasciatore nel mondo.
Anche il Sindaco di Barletta Pasquale Cascella, ribadisce e sottolinea come la dedica del treno a Mennea non poteva essere concepita e non deve diventare una operazione di marketing. Per questo si deve essere conseguenti. Del resto, lo stesso Mario Elia, Amministratore Delegato delle Ferrovie dello Stato, da meridionale, è consapevole delle cause e delle ragioni che legittimano la rivendicazione del superamento, almeno del “divario dei binari”, come è stata efficacemente definita la separazione strutturale delle rete ferroviaria tra il Sud e il Nord.
Bisogna lavorare, piuttosto, per aumentare l’offerta di una fermata a Barletta, con il suo bacino di utenza di 700 mila viaggiatori che già assicurano brillanti risultati sulle tratte in esercizio delle frecce bianche e di quelle argento.
Sono certo che, a Pietro Mennea, avrebbe fatto immenso piacere continuare a dare lustro alla sua Città e ai suoi concittadini che lo hanno sempre osannato e citato soprattutto fuori dalle mura cittadine, ed a nome della Fondazione Pietro Mennea Onlus rivolgo un appello affinché tutti gli Etr 1000 Frecciarossa siano intitolati all’uomo che ha fatto della velocità l’emblema dell’Italia nel mondo.
Anche il Sindaco di Barletta Pasquale Cascella, ribadisce e sottolinea come la dedica del treno a Mennea non poteva essere concepita e non deve diventare una operazione di marketing. Per questo si deve essere conseguenti. Del resto, lo stesso Mario Elia, Amministratore Delegato delle Ferrovie dello Stato, da meridionale, è consapevole delle cause e delle ragioni che legittimano la rivendicazione del superamento, almeno del “divario dei binari”, come è stata efficacemente definita la separazione strutturale delle rete ferroviaria tra il Sud e il Nord.
Bisogna lavorare, piuttosto, per aumentare l’offerta di una fermata a Barletta, con il suo bacino di utenza di 700 mila viaggiatori che già assicurano brillanti risultati sulle tratte in esercizio delle frecce bianche e di quelle argento.
Sono certo che, a Pietro Mennea, avrebbe fatto immenso piacere continuare a dare lustro alla sua Città e ai suoi concittadini che lo hanno sempre osannato e citato soprattutto fuori dalle mura cittadine, ed a nome della Fondazione Pietro Mennea Onlus rivolgo un appello affinché tutti gli Etr 1000 Frecciarossa siano intitolati all’uomo che ha fatto della velocità l’emblema dell’Italia nel mondo.