Economia e Lavoro

Bat provincia tra le più povere d’Italia, Mennea: “Ripartire da agroalimentare e turismo”

“La caduta verticale dell’economia della provincia di Barletta Andria Trani è molto preoccupante”. Commento così i dati Istat che pongono la Bat al terzultimo posto nella classifica delle province italiane in termini valore aggiunto prodotto nel 2012, con meno di 13 mila euro pro capite, davanti soltanto a Medio Campidano e di Agrigento (12mila euro).

“Non voglio cadere nella tentazione di polemizzare con chi ha governato la provincia fino a qualche mese fa, cui andrebbero indubbiamente attribuiti questi pessimi risultati. Voglio andare oltre, ma è evidente che si tratti di dati che devono far riflettere”, continuo dicendo. “In questi anni si poteva fare di più per valorizzare le enormi potenzialità di questo territorio, come se fossimo seduti su un enorme tesoro e non ce ne rendessimo conto. A partire dal settore agroalimentare. La Bat produce oltre il 50% di olio, vino ed ortofrutta dell’intera regione, ma non ha mai saputo assumere la guida della Puglia pur avendone tutta la titolarità e le competenze per farlo. Stesso discorso vale per il turismo. La provincia di Barletta Andria Trani vanta un’altissima concentrazione di beni culturali ed ambientali. Penso a Castel del Monte e agli altri castelli federiciani, al fiume Ofanto (non ancora bonificato) e al Parco dell’Alta Murgia, due oasi di potenziale livello internazionale, a Canne della Battaglia, alla zona archeologica di Canosa. E, ancora, ai porti turistici di Bisceglie e Trani, alla zona umida di Margherita di Savoia. E l’elenco potrebbe riempire pagine e pagine. Eppure i dati elaborati da Euro IDEES su base Istat sottolineano che nel 2013 la provincia di Lecce ha primeggiato con circa 4,5 milioni di presenze turistiche, seguita da quella di Foggia con circa 4,4 milioni. Queste due province totalizzano, quindi, i due terzi delle presenze turistiche regionali. Seguono le province di Bari, di Brindisi, di Taranto e ultima la provincia di Barletta-Andria-Trani con poco più di 285 mila presenze e con un basso tasso di turisticità, poco sotto il 12 % della media nazionale”.

“I dati dicono che la Bat è tra le province meno competitive e più povere d’Italia. Agroalimentare e turismo devono rappresentare le due gambe su cui può e deve riprendere a camminare la nostra economia”, sottolineo. “Positivo è in questo senso l’approvazione della Regione del progetto ‘Puglia Imperiale MICE’ (Meetings, Incentives, Conferences, and Exhibitions) curato dal Patto Territoriale Nord Barese-Ofantino che sarà presentato alla Bit di Milano nello stand della Regione Puglia. Ma bisogna fare di più, costruendo per esempio un piano di sviluppo sui Sac, cui devono partecipare le realtà locali in un’ottica di crescita globale e diffusa, non chiusa al proprio orticello. Bisogna presentare progetti integrati credibili e fattibili per attingere risorse regionali, nazionali e comunitarie, occasioni che in passato abbiamo spesso perso. Basti pensare alla mia legge su Canne, finanziata e mai utilizzata. Oppure ai Sac, che prevedevano originariamente un finanziamento di circa due milioni di euro, poi passati a 600mila euro, proprio per mancanza di progettualità. Bisogna affidarsi a gente competente che abbia una visione strategica del territorio, in chiave microeconomica e macroeconomica. Occorre riempire i cassetti dei Comuni di progetti esecutivi e fattibili e non solo di feste, sagre e notti bianche”.

“Quanto all’agroalimentare”, concludo dicendo “bisogna rilanciare immediatamente Gal e Gac, fondamentali per intercettare gli importanti finanziamenti di circa due miliardi di euro del piano di sviluppo rurale 2014-2020. Bisogna favorire la promozione e la commercializzazione delle nostre eccellenze utilizzando il sistema delle reti d’impresa, attraverso le quali internazionalizzare le nostre aziende. Insomma ci sono le risorse e gli ingredienti giusti per ridare a questo territorio una nuova e rosea prospettiva economica e di sviluppo occupazionale”.

Barletta, 10/02/2015

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