Comunicato dei Consiglieri regionali Fabiano Amati, Sergio Clemente e Ruggiero Mennea, capogruppo.
“In tempi di intelligenza artificiale, funzionale anche a rendere più omogenee ed eque le forme di governo della realtà su larga scala, in Italia si approvano leggi per attribuire alle regioni maggiore autonomia. Un anacronismo politicamente sciocco e relativo a tutte le ipotesi autonomiste che si sono susseguite negli anni.
In realtà, di autonomia regionale ne servirebbe molto meno e, a pensarci bene, anche quella statale andrebbe ridotta in favore di una maggiore presenza delle istituzioni europee.
Ma senza soffermarsi tanto sui problemi più ampi, basta osservare la sanità. Già ora abbiamo 20 livelli di assistenza sanitaria diversi, in grado di differenziare i cittadini anche sui tempi della diagnosi, per cui dalla stessa malattia, diagnosticata presto o tardi, possono arrivare conseguenze opposte, ossia vivere o morire. E su questo basti pensare alla SMA e a tutte le malattie a insorgenza precoce e di origine genetica.
si può vivere o morire.
A ciò si aggiunga, sempre restando in ambito sanitario, che l’introduzione della maggiore autonomia comporterebbe un minore fondo sanitario, per la Puglia quantificabile in oltre 600 milioni di euro.
Ma il bello è che non si considera come l’aumento del divario tra le regioni non comporterebbe, in termini macroeconomici, una migliore qualità della vita nelle regioni del nord, ma solo la loro retrocessione in una condizione economicamente più sofferente rispetto all’Europa. Primi nel campionato italiano per per retrocedere nella serie B europea. Per questi motivi combatteremo con determinazione e con ogni mezzo legale, affinché il Governo nazionale si fermi o torni indietro.”