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Xylella, chi non ha rispettato le prassi di buona manutenzione è giusto che paghi.

oliveChi ha voluto speculare sull’agricoltura è giusto che paghi. Concordo con l’analisi fatta dal conte Onofrio Spagnoletti Zeuli, noto olivicoltore e produttore oleario di Andria. Non si può mettere in ginocchio un settore trainante e di eccellenza della nostra regione solo perché alcuni imprenditori hanno prediletto l’incuria alle prassi di buona manutenzione degli straordinari ulivi pugliesi. Non si tratta di fare una guerra tra poveri, di sparare nel mucchio o di attaccare chicchessia ma è giusto che l’olivicoltura pugliese, apprezzata in tutto il mondo, non paghi un prezzo così alto tale da indebolire l’oro giallo sul mercato mondiale.

Sono convinto che ci sia una longa manus che ha voluto frenare l’ascesa inarrestabile dei migliori mercati da parte del nostro olio ed è giusto che la Commissione Europea apra un’indagine e approfondisca le cause della Xylella. Concordo sul fatto che gli olivicoltori che hanno usufruito di aiuti comunitari senza aver rispettato protocolli di manutenzione debbano restituire i soldi ricevuti per costituire un fondo di sostegno a quegli olivicoltori che hanno sempre rispettato le pratiche colturali e hanno trattato gli ulivi come veri beni monumentali. La Regione, che probabilmente non ha avuto contezza del fenomeno nelle sue proporzioni, dovrebbe pretendere un risarcimento del danno da parte di chi ha intaccato la capacità contrattuale dei nostri produttori oleari.

Da tutta Italia mi continuano a chiamare amici molto preoccupati che mi chiedono se potranno acquistare l’olio pugliese. Li ho rassicurati perché, come bene ha detto il conte Spagnoletti Zeuli, l’olio non può risentire in alcun modo della Xylella. È bene sgomberare il campo dai vari tentativi di indebolire l’immagine dell’olio pugliese. Il prossimo governo regionale ponga come priorità l’approfondimento delle cause di questo fenomeno, ipotizzando di escludere dagli aiuti coloro i quali hanno messo a repentaglio un comparto in ascesa che ci invidia tutto il mondo. L’olio è e deve restare il prodotto trainante della nostra agricoltura.

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