“Cronaca di una morte annunciata”. Esordisce così il Consigliere regionale Ruggiero Mennea, all’esito della sconfitta della candidata Santa Scommegna alle elezioni comunali di Barletta.
“L’epilogo di questa competizione elettorale è stata la consegna a Mino Cannito della guida della città di Barletta da parte degli elettori, con un voto plebiscitario che mette drasticamente a nudo le clamorose, fallimentari e antistatutarie scelte politiche del PD barlettano e regionale.”
“La formazione di una coalizione spuria, che aveva come unico comune denominatore la gestione del potere, la negazione delle primarie, previste dallo Statuto del PD e da me richieste pubblicamente, con la conseguente imposizione dall’alto di una candidata sindaco che il popolo del centrosinistra non ha mai sentito “sua”, l’aver imbarcato nella lista del PD transfughi del centrodestra e personaggi che nulla hanno a che fare con i principi etici del nostro partito, sono le reali cause della sconfitta e mettono a nudo il totale fallimento e la totale inadeguatezza delle segreterie regionale e cittadina.”
“Nemmeno un tardivo apparentamento con la sinistra, non compreso e non accettato dai nostri elettori, ha evitato che il neo-sindaco Cannito ottenesse addirittura duemila consensi in più del primo turno, malgrado il calo dell’affluenza”, prosegue Mennea. “E a fronte di ciò, Santa Scommegna, che già al primo turno aveva ottenuto ben 2.750 voti in meno delle liste della sua coalizione grazie al meccanismo del voto disgiunto, al ballottaggio è stata completamente abbandonata, a dimostrazione che l’unico interesse dei candidati al Consiglio comunale di cui la segretaria Cascella va tanto fiera era quello di accaparrarsi quante più preferenze possibili al fine del raggiungimento di posizioni di potere personale”.
“Avevo provato a denunciare questa deriva suicida, ma in cambio dal mio partito ho ricevuto solo accuse e scomuniche. Purtroppo sono stato un facile profeta. Amo il mio partito e sono sempre stato mosso dalla volontà di tutelarlo da OPA ostili e dall’incapacità di chi lo dirige a livello locale. Ora, dopo questa cocente sconfitta, mi auguro e mi aspetto le dimissioni dei responsabili ovvero che vengano presi provvedimenti politici da parte della Segreteria nazionale nei confronti di un ex segretario regionale che si aggrappa disperatamente ad un ruolo che non ha più e che nessuno gli riconosce più e nei confronti della segretaria cittadina, principale responsabile di tale disfatta e che ancora tenta di difendere l’indifendibile attraverso una sua personalissima e parzialissima analisi del voto di cui condivido solo la parte in cui afferma che ci dovranno essere nuove figure alla guida del partito. Il PD barlettano è risultato il primo partito malgrado il PD: non si può dimenticare, infatti, che a distanza di un anno e mezzo, rispetto alle elezioni regionali, ha perso 4.500 voti, che non potranno essere riconquistati continuando ad utilizzare il partito, gli iscritti e gli elettori come uno sterile votificio al servizio degli interessi del potente di turno”.
“Ci attendono nei prossimi mesi sfide difficilissime, politiche ed elettorali – conclude Ruggiero Mennea – ed il PD ha necessità di ritrovare una vera guida democratica ed inclusiva, che gli consenta di tornare ad essere protagonista in Puglia, nella nostra provincia e a Barletta. Serve una rifondazione del nostro partito, all’insegna della legalità, della pluralità e della meritocrazia. In caso contrario, saremo condannati all’oblio”.
FONDO PER LO SVILUPPO E LA COESIONE: TUTTO DA RIFARE
I Consiglieri regionali Mennea, Clemente e Mazzarano denunciano l’assenza di una visione strategica nell’utilizzo del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione. L’elenco delle opere, deciso senza confronto con Sindaci e Consiglio regionale, privilegia alcuni territori a scapito di altri. Chiedono un tavolo per rimodulare le risorse e garantire uno sviluppo equo.