“Sono 354 le piante infette non ancora estirpate, nonostante la scadenza del termine assegnato, e tra qualche giorno scadrà l’ingiunzione per altre 504 piante. Da non crederci. Ci si comporta come se la xylella non fosse una tragedia ma un convegno in cui ad avere valore non è ciò che si fa, ma ciò che si dice o si scrive”.
Lo dichiarano i consiglieri regionali Fabiano Amati, Sergio Blasi, Napoleone Cera, Gianni Liviano, Ruggiero Mennea e Donato Pentassuglia commentando l’attività contenimento della xylella.
“Ad oggi dovevano essere state estirpate 1167 piante infette e invece i numeri evidenziano una condizione particolarmente preoccupante: 27 alberi sono stati espiantati volontariamente mentre 282 sono stati espiantati da Arif. Dunque, l’Agenzia Regionale deve ancora estirpare 858 piante, di cui 354 con termine ampiamente scaduto. Se si escludono le solite giustificazioni burocratiche – proseguono i sei Consiglieri –, ci chiediamo perché non lo faccia, considerato che il tempo perso equivale al contagio dell’intera Piana degli Ulivi monumentali e a una quasi certa espansione verso il nord della provincia di Bari”.
“Allo stato – specificano –, risultano non ancora estirpati 11 alberi a Ostuni con scadenza ingiunzione al 12.03.2019; 29 a Carovigno e 2 a Ceglie Messapica con scadenza 26.03.2019; 1 a San Vito dei Normanni con scadenza 01.04.2019. E ancora 12 a Ostuni con scadenza il 14.04.2019 e, sempre a Ostuni, 45 piante con scadenza il 23.06.2019; 160 a Brindisi con scadenza 20.04.2019; 51 a Ceglie Messapica con scadenza il 24.06.2019; 24 a Francavilla Fontana e 19 a Carovigno con scadenza il 29.07.2019. A questi si aggiungano 1 a Cisternino, 34 a Montemesola, 11 a Ceglie Messapica e 7 a Monteiasi con scadenza ingiunzione fissata al 21.08.2019. Nella giornata di martedì, inoltre, sono state emesse 5 nuove determine-ingiunzioni per 385 alberi da espiantare a Carovigno, 6 a Ostuni, 23 a San Vito dei Normanni, 34 a Latiano e 3 a San Michele Salentino. La scadenza di queste ulteriori ingiunzioni è prevista a fine agosto”.
“Una situazione davvero imbarazzante – concludono –, in grado di generare nei cittadini sconforto e rassegnazione. Se già la pubblica amministrazione tarda nel compiere le attività che essa stessa impone, diventa difficile comprendere come si possa essere credibili nel pretendere l’osservanza dei cittadini alle prescrizioni a loro imposte. È chiaro che se nelle prossime ore l’attività non dovesse risultare normalizzata, ci toccherà utilizzare ogni modalità consentita per richiamare tutti al proprio dovere”.