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Dislocazione impianti rifiuti, Mennea: “Il direttore generale dell’Ager ha sbagliato, si dimetta”

“Ho inviato ben due richieste, anche in qualità di pubblico ufficiale, per avere informazioni sullo stato dell’arte della progettazione degli impianti pubblici per il trattamento dei rifiuti. Ma alle due richieste (una del 30 ottobre e l’altra del 13 novembre scorsi) non è arrivata alcuna risposta. A questo punto, proprio la mia lunga esperienza da rappresentante istituzionale mi porta a pensare non solo che il dg dell’Ager, Gianfranco Grandaliano, abbia scarso rispetto per le istituzioni, ma anche che la sua omissione nel rispondere sia come minimo un atto di sgarbatezza istituzionale e di negligenza rispetto al ruolo che gli è stato affidato. Ho appreso solo dalla stampa che sono state completate le procedure che riguardano la costruzione di nuovi impianti pubblici che gestiranno rifiuti sui territori”. Lo afferma il consigliere regionale del Pd, Ruggiero Mennea, rispondendo ad alcune affermazioni diffuse ieri dal direttore generale dell’Agenzia regionale per i rifiuti, Gianfranco Grandaliano, in merito alla dislocazione degli impianti di trattamento rifiuti, non condivisa preventivamente con i territori interessati e i loro rappresentanti istituzionali. L’avvocato Grandaliano ha invece affermato, nella nota, che il consigliere Mennea “nonostante la sua lunga esperienza da rappresentante istituzionale non è al corrente dei recenti provvedimenti adottati dalla Regione Puglia”.

“Si tratta – prosegue Mennea – di un atto gravissimo perché non soltanto non è stato condiviso con il Consiglio regionale preventivamente, ma perché è stata anche disattesa la legge regionale sulla partecipazione. Il risultato sarà una imposizione che parte dall’alto e vedrà i territori subire, probabilmente, le scelte dell’avvocato Grandaliano, il quale ha deciso come e dove fare gli impianti, in solitudine e senza coinvolgere i consiglieri regionali, i sindaci e i cittadini. Quindi – sottolinea – alla scorrettezza amministrativa si aggiunge il sopruso ai danni degli abitanti dei territori individuati per ospitare gli impianti. A questo punto, sarà proprio il dg Grandaliano a dover spiegare il perché dell’ubicazione degli impianti ai cittadini che si ritroveranno loro malgrado a subire la sua scelta. Io personalmente sarò dalla loro parte. Il suo sarcasmo può anche usarlo per altro, visto che – sottolinea – viene superpagato con centinaia di migliaia di euro dai pugliesi”.

Per tutte queste ragioni ora Mennea chiede un provvedimento drastico. “Credo che l’avvocato Grandaliano farebbe bene a dimettersi – sostiene – perché ha dimostrato tutte le criticità negative specifiche del cattivo dirigente e, con il suo silenzio alle mie richieste di informazioni, ha certificato il sospetto che la fase di progettazione è stata tenuta secretata per non so quali ragioni”. Il consigliere regionale Pd ribadisce che “certe scelte vanno spiegate politicamente alle comunità nei cui territori ricadranno gli impianti. Noi politici – aggiunge – non possiamo affrontare le contestazioni dei cittadini se non conosciamo la logica che sta dietro certe scelte. Per questo, l’avvocato Grandaliano si dimetta lasciando la ‘scelta politica’ a chi è stato legittimamente eletto dai cittadini, dal momento che lui è un semplice dirigente nominato dalla politica e pagato dagli stessi cittadini”.

“Sul piano regionale dei rifiuti, durante il governo precedente, c’era stata – ricorda ancora l’esponente Pd – una lunga discussione con le comunità. Cosa che non è avvenuta questa volta. Proprio la mia lunga esperienza da rappresentate istituzionale, ora, mi porta a pensare che ad occuparsene ci sia una persona inadatta a quel ruolo”.

“Quanto al rinvio dell’audizione in commissione Ambiente – precisa Mennea, rispondendo a un’altra affermazione di Grandaliano – la richiesta non è stata mia, ma dei dirigenti dell’assessorato competente che mi hanno chiesto di poter differire in quanto non erano pronti a rispondere alla domanda fatta mesi fa all’avvocato Grandaliano. Quindi un’ulteriore bugia per la quale – conclude – dovrebbe dimettersi”.

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