“Nessuno riesce a spiegarci perché il monitoraggio sulla Xylella si è bloccato, dopo i primi quattro giorni di lavoro. Sarà che qualcuno si è rassegnato alla distruzione e, alla fine, ciò che interessa sono solo gli adempimenti burocratici, cioè mettere le carte a posto per evitare il procedimento d’infrazione? Chiediamo ancora una volta l’intervento risoluto del Presidente Emiliano”. Lo dichiarano i Consiglieri regionali Fabiano Amati, Sergio Blasi, Napoleone Cera, Gianni Liviano, Donato Pentassuglia e Ruggiero Mennea, con riferimento alle attività di monitoraggio nelle aree di contenimento e cuscinetto interessate dal batterio Xylella.
“Le attività di monitoraggio sulla diffusione del batterio, funzionali all’eventuale esecuzione delle previste misure di contrasto, erano cominciate nei giorni 5, 6, 7 e 8 agosto e poi inspiegabilmente sospese. Ad oggi, non riusciamo a capire i motivi della sospensione e nemmeno le modalità con cui si intende operare.
Abbiamo l’impressione che la vicenda Xylella si stia ormai vivendo solo attorno agli adempimenti burocratici, cioè al mettere a posto le carte, e non ad evitare l’espansione del contagio.
A riprova di ciò ci sono la ingiustificata sospensione del monitoraggio e i procedimenti di ispezione e campionamento. Sulla sospensione, più che risposte alle nostre domande, cioè ulteriori parole, chiediamo un intervento risoluto del Presidente Emiliano, finalizzato a far ripartire le attività.
Sulle modalità del monitoraggio avvertiamo, invece, qualche perplessità, su cui chiediamo un’urgente rimeditazione – proseguono i sei.
Innanzitutto: se vogliamo contrastare la Xylella e non mettere solo le carte a posto per evitare l’infrazione, ci pare essenziale dispiegare le maggiori energie nelle fasce cuscinetto e di contenimento, con modalità più o meno simili a quelle utilizzate per i precedenti monitoraggi, prima cioè che l’Unione Europea allentasse le regole operative.
Le attuali modalità, infatti, risultano insufficienti perché prescrivono le ispezioni su tutte le piante per solo 5.000 ettari circa della zona cuscinetto (primo chilometro), con almeno una piante a ettaro da sottoporre a campionamento, mentre in precedenza le attività riguardavano circa 50.000 ettari di ispezione visiva e almeno 50.000 piante da campionare (una per ettaro).
Inoltre: circa la fascia di contenimento, le attuali modalità operative prescrivono solo l’ispezione visiva e il campionamento delle piante sospette, mentre in precedenza le attività riguardavano circa 100.000 ettari di ispezione visiva e almeno 100.000 piante da campionare (una per ettaro) – concludono“.