L’attività di ricerca della Cantina sperimentale di Barletta non andrà persa, anche se la struttura (dipendente dall’Unità di Ricerca per l’uva da tavola e la vitivinicoltura in ambiente mediterraneo di Turi) ha cessato le attività il 30 marzo e i dipendenti sono stati già trasferiti in altri centri. “Potrà essere recuperata grazie a un gruppo di lavoro pubblico-privato, che si candidi a partecipare alla misura 16.2 del Psr 2014-2020 che ha una dotazione di 80 milioni di euro, destinati alla ricerca all’innovazione”. A spiegarlo è il consigliere regionale Ruggiero Mennea (Pd), questa mattina, al termine dell’audizione in IV commissione, da lui richiesta per evitare che la ricerca agroalimentare scompaia dalla Sesta Provincia, la cui economia è principalmente legata proprio a questo settore. Sono stati sentiti anche il direttore dell’Unità di ricerca di Turi, Donato Antonacci; il capo dipartimento dell’assessorato Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Gianluca Nardone, e il sindaco di Barletta, Pasquale Cascella.
“L’iniziativa di mettere insieme questi soggetti e farli dialogare – ha spiegato Mennea – sarà presa dall’assessorato regionale, dal capo dipartimento e dal sindaco di Barletta per stimolare gli operatori locali e fare in modo che questi partecipino attivamente ai progetti di ricerca. Inoltre, con il coinvolgimento della Fondazione Bonomo di Andria potranno mettere su un ente di ricerca che si occuperà non solo della ricerca nel settore vitivinicolo, ma anche olivicolo e ortofrutticolo”.
Le origini della Cantina sperimentale, che si occupava di ricerca vitivinicola, risalgono addirittura al 1879. Ma nel 1968 la “Regia Cantina sperimentale di Barletta” confluì come sezione operativa periferica di Barletta nell’Istituto sperimentale per l’enologia. Mentre nel 1999 fu prevista l’istituzione del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Cra) nel quale confluirono tutti gli istituti sperimentali; mentre nel 2007, con la ristrutturazione del Cra, quella di Barletta cessò di esistere come struttura autonoma in seguito all’annessione, quale Cantina sperimentale, all’Unità di Ricerca per l’uva da tavola e la vitivinicoltura in ambiente mediterraneo di Turi. Nello stabile di viale Marconi sono ancora ospitati più di 5mila volumi che riguardano la storia della viticoltura e quadri di De Stefano, allievo di De Nittis. Il direttore del centro di Turi ha confermato, oggi, la disponibilità a trasferire questo patrimonio al Comune di Barletta.
Bari, 26 aprile 2016