“Mai come in questo momento particolare, in piena emergenza incendi, assume una rilevanza strategica l’acquisizione dei beni che poi serviranno a ospitare la caserma vigili del fuoco della provincia Bat. Si tratta di una struttura di notevole importanza, perché dovrà diventare punto di riferimento logistico di questa zona della Puglia e dovrà essere dotata di nuove strumentazioni per consentire la prevenzione e la formazione specifica”. Lo ha dichiarato il consigliere regionale Ruggiero Mennea (presidente del comitato permanente per la Protezione civile), a seguito dell’avvenuta sigla dell’accordo di acquisizione dell’ex mattatoio di Barletta, destinato a diventare sede provinciale dei vigili del fuoco della Bat. L’atto è stato firmato ieri da Comune e agenzia del Demanio nella sede della Prefettura a Barletta. Alla firma erano presenti il prefetto Clara Minerva, il direttore generale dell’agenzia del Demanio Puglia e Basilicata Vincenzo Capobianco, il sindaco del Comune di Barletta Pasquale Cascella con la dirigente Rosa Dipalma e l’assessore comunale al Patrimonio Vittorio Pansini.
Il costo di questa prima operazione ammonta a 1.645.000 euro, suddiviso in due trance di cui la prima da 960.000 euro. La procedura prevede due step: il primo con la sottoscrizione del presente atto e la formalizzazione dell’approvazione da parte degli uffici demaniali ed il secondo con la consegna entro il 31 dicembre delle aree attualmente occupate dalla Asl.
“Ora è stata completata la prima fase”, ha detto il consigliere Mennea che, qualche mese fa, aveva partecipato a Roma a un incontro per la definizione del piano di trasformazione dell’ex mattatoio in caserma dei vigili del fuoco. “Il governo nazionale, in particolare il sottosegretario all’Interno Gianpiero Bocci, potrà fregiarsi di aver realizzato nel territorio del Sud – ha concluso – un’opera strategica per la difesa della vegetazione che rende straordinaria la Puglia”.
FONDO PER LO SVILUPPO E LA COESIONE: TUTTO DA RIFARE
I Consiglieri regionali Mennea, Clemente e Mazzarano denunciano l’assenza di una visione strategica nell’utilizzo del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione. L’elenco delle opere, deciso senza confronto con Sindaci e Consiglio regionale, privilegia alcuni territori a scapito di altri. Chiedono un tavolo per rimodulare le risorse e garantire uno sviluppo equo.