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Papilloma e bronchiolite, Mennea, Lopalco e 5 Consiglieri: “È legge una strategia d’urto per debellare papilloma con vaccino e bronchiolite con monoclonali. Siamo i primi in Italia”

“È legge una strategia d’urto per conseguire la più ampia vaccinazione contro il Papilloma virus umano e la somministrazione in fase neonatale di anticorpi monoclonali.

Una strategia d’urto mai utilizzata in Italia, poiché subordina a un colloquio informativo finalizzato alla vaccinazione anti-HPV l’iscrizione a scuola dei ragazzi da 11 a 25 anni, in buona sostanza l’introduzione del concetto di dissenso informato, e autorizza la somministrazione degli anticorpi monoclonali contro la bronchiolite a tutti i neonati.”

Lo dichiarano Ruggiero Mennea, capogruppo regionale di Azione e sottoscrittore della legge insieme a Sergio Clemente, Sebastiano Leo, Saverio Tammacco e Mauro Vizzino e i promotori Fabiano Amati e Pierluigi Lopalco, promotori della pdl.

“La legge approvata riguarda misure per conseguire l’aumento della copertura della vaccinazione anti Papilloma virus umano (HPV) e la prevenzione delle infezioni da Virus respiratorio sinciziale nel neonato (VRS – bronchiolite).

Nello specifico.

Vaccinazione anti-HPV.

Si tratta di una strategia per rendere la rete informativa a maglie strettissime, cosi da ridurre i non vaccinati alla sola percentuale di ragazzi e famiglie che scelgono il rifiuto in piena consapevolezza.

Per rendere dunque capillare il dovere d’informazione a carico delle autorità sanitarie e scolastiche sull’utilità della vaccinazione anti papilloma virus umano, così da debellare le infezioni e prevenire le relative conseguenze cancerose, nell’esclusivo interesse dei giovani pugliesi a una vita di relazione quanto più libera e affidabile, si stabilisce iche l’iscrizione ai percorsi d’istruzione previsti nella fascia d’età 11-25 anni, compreso quello universitario, è subordinata alla presentazione di documentazione, già in possesso degli interessati, in grado di certificare l’avvenuta vaccinazione anti-HPV (quindi nessun aggravio per le strutture di certificazione), ovvero un certificato rilasciato dai centri vaccinali delle ASL di riferimento, attestante – a scelta degli interessati – la somministrazione, l’avvio del programma di somministrazione oppure il rifiuto alla somministrazione del vaccino. Non è dunque previsto un obbligo vaccinale, ovviamente, ma il dissenso informato, ossia l’attestazione di una scelta, finalizzata solo ed esclusivamente al diritto di essere informati dei ragazzi. Quale ulteriore prova che si tratti del diritto dei ragazzi (e famiglie) a essere informati, vi è l’ulteriore previsione di un’attestazione – alternativa alle prime tre ipotesi (somministrazione/avvio programma di somministrazione/rifiuto della somministrazione) – limitata al mero riferimento sull’’avvenuto espletamento del colloquio informativo sui benefici della vaccinazione, senza dunque dover costringere gli interessati a prendere implicitamente posizione.

I dati raccolti nell’applicazione della disposizione come riferita, rientreranno nella gamma dei dati sensibili in materia di salute e perciò dovranno essere protetti con le garanzie e le tutele previste dalla legge.

Prevenzione delle malattie da VRS – bronchiolite.

Si tratta di una legge per endere disponibile un’efficace strategia di prevenzione delle malattie causate dal Virus respiratorio sinciziale (VRS) nei bambini, attraverso la somministrazione degli anticorpi monoclonali umani approvati dalle autorità regolatorie.

La somministrazione sarà effettuata: in ambito ospedaliero, prima delle dimissioni dal reparto di maternità, per tutti i bambini nati nel periodo epidemico ottobre-marzo; a cura dei servizi territoriali, possibilmente nel mese di ottobre e comunque prima della conclusione del periodo epidemico, per i bambini nati nel periodo aprile-settembre.

Le modalità di somministrazione, i dosaggi e la periodicità, saranno quelli stabiliti dai documenti approvati dalle autorità di regolazione e dalle linee guida più aggiornate.

La strategia preventiva andrà integrata e resa complementare ad altre modalità di prevenzione primaria qualora si rendessero disponibili.”

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